codice  84517720011:   la tua firma è una  scelta solidale

Care Amiche e Cari Amici della Famija Vinovèisa, scusate se torniamo a ricordarvi l’opzione del 5x1000 nella denuncia dei redditi (IRPEF) che andrete a compilare quest’anno per l’anno 2020 e precisamente il Mod.730 o Mod. Unico.

In entrambi potrete scegliere di devolvere la quota dell’IRPEF, dovuta a favore di Enti o Associazione Onlus, alla Famija e la destinazione di questa somma, che come abbiamo già detto più volte non è un costo aggiuntivo per Voi poiché la quota del 5x1000 viene detratta da quanto dovrebbe incassare lo Stato, è per noi una risorsa importante per continuare a lavorare per il territorio che tanto amiamo.

Ci preme sottolineare che la medesima non ha niente a che vedere con la quota 8x1000 da devolvere agli Enti Religiosi.

Come scritto poco sopra, quest’introito sta diventando sempre più importante per la vita della nostra Associazione e ci viene stornato direttamente dallo Stato e sarà un iniezione di fiducia non solo economica ma anche lavorativa perché rappresenta il vostro contributo alle iniziative che la Famija Vinovèisa realizza ogni anno a favore della comunità Vinovese.

Noi non abbiamo la possibilità di partecipare alla bagarre che tra poco vedrete in televisione e sui giornali, fatta da tutti quegli Enti che si mettono in mostra per ottenere la Vostra quota del 5x1000; non abbiamo modo di pubblicizzare noi stessi se non con il nostro lavoro fatto a carattere volontaristico con grande impegno e dedizione perché amiamo Vinovo e la Sua Gente.

Le nostre poche risorse ci permettono di parlarvi con grande sincerità solo dalle pagine di questo giornale invitandovi, quali fedeli lettori, a scegliere l’associazione Onlus famija Vinovèisa indicando, nell’apposito riquadro da compilare, il codice che ci contraddistingue: 84517720011 e Voi sapete che potete “toccare con mano” tutto quello che noi realizziamo con il Vostro contributo.

Un sentito grazie a tutti i nostri sostenitori che vorranno aiutarci devolvendoci la loro quota del 5x1000, una piccola somma per ognuno è un grande aiuto economico da de- dicare alle nostre, e perciò Vostre, iniziative sociali e culturali che siamo pronti a riprendere con maggiore forza al termine di questo periodo che definire brutto è fargli un complimento.

La direzione

della Famija Vinovèisa



Racconti e storie d’altri tempi

E’ stato Pubblicato recentemente dalla Casa Editrice Hogwords il libro di racconti di Paola Alessandra Taraglio “Si stava meglio quando si stava peggio”.
Un volume che racconta personaggi semplici e storie quotidiane di vite vissute con il cuore e si può leggere tutto d’un fiato.
Ricordi personali e narrazioni tramandate dalla memoria affinché non si dimentichi, con il passare degli anni, quegli ambienti di paese in cui esistevano figure originali, storie strane e forse per questo molto attuali, e ambienti che ora sono scomparsi.

Il Piemonte è uno dei protagonisti principali di questi racconti ambientati nel Canavese, nell’Alessandrino e poi nelle Langhe con una descrizione minuziosa di quei panorami che furono amati da Pavese e Fenoglio.

C’è anche uno squarcio di Liguria con Genova ed il suo porto da cui partirono tanti nostri emigrati per andare nelle “Meriche” e poi la visione di notturni sul bellissimo mare di questa regione così vicina ai piemontesi. Emergono dai racconti figure di donne forti e coraggiose, caratteri spigolosi di padri ruvidi e poco inclini al sentimento e famiglie unite dalla forza dell’amore e da sentimenti
semplici, ma non fragili, che aiutano a vivere esistenze fatte di sacrifici duri ma anche di grandi sogni e intense speranze che danno la forza e il coraggio per non mollare mai neppure nelle avversità più terribili.
In ogni storia c’è sempre una luce in fondo al tunnel; è quella che dobbiamo trovare nella nostra vita, ora più che mai, ma comunque
Per chi desiderasse acquistare questo libro, è disponibile sul sito AMAZON al seguente link

https://www.amazon.it/Si-stava-meglio-quando-peggio/dp/B08MRW6SB5/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=taraglio&qid=1607607875&sr=8-1
Incontro con Dino Sibona, presidente della "Famija Vinoveisa"

La nebbia scende in fretta, tra i filari di pioppi della campagna vinovese. Certo le luci del grande ipermercato sono ormai lontane, ed i fari illuminano i cavalli che trottano, nella bruma serale, sulla pista. A un paio di chilometri dal vecchio ippodromo, steso nella campagna, il paese di Vinovo ci aspetta. Questa sera incontro il signor Dino Sibona, presidente della benemerita Associazione “La Famija Vinoveisa” per fare due chiacchiere e far conoscere ai nostri lettori una bella realtà della provincia torinese.

Buonasera Presidente, innanzi tutto si presenti con un breve autoritratto ai nostri lettori. Ci parli, se vuole, un po’di lei, della sua attività, della sua vita.

Sono una persona estremamente schiva e non amo molto parlare di me per indole ma posso dirle che sono un Vinovese che ama visceralmente la sua cittadina e che mi sono sempre dedicato alla sua valorizzazione sempre sostenuto da mia moglie Marilena e dalla mia famiglia che, ovviamente, ha nella mia vita il posto principale. Ho molti amici sinceri e leali con i quali mi piace dialogare e, avendo con loro obiettivi comuni, mi è facile programmare insieme attività socialmente utili per la collettività vinovese. Penso che una persona che ama il luogo in cui vive, ha il dovere di dedicarsi alla Comunità per renderla davvero unita e coesa nell’affrontare anche ostacoli e difficoltà.

Vinovo è un paese conosciuto dai Torinesi soprattutto per essere sede dell’Ippodromo e feudo del mondo bianconero, visto che il suo vasto territorio ospita i campi di allenamento delle giovanili della Juventus ed il famoso centro commerciale Mondo Juve. Sicuramente la storia e le tradizioni del paese meritano un approfondimento, direi più colorato. Può dirci qualcosa di più sul comune di Vinovo e sui suoi abitanti?

Vinovo, è vero, è nota per la Juventus ma è una cittadina che ha una lunga Storia alle sue spalle che affonda le sue radici in tempi molto antichi, infatti, sono stati ritrovati in questa zona resti archeologici risalenti al V secolo dopo Cristo. I documenti storici più antichi, che parlano di quella che sarà l'odierna Vinovo, risalgono al 1040: in quell'anno un atto notarile certifica che i Marchesi Romagnano donarono alcuni terreni in Vinovo all'Abbazia di San Silano di Romagnano. In questo documento il territorio è indicato come Vicus Novus, nome che rimase nel Medioevo ad indicare il gruppo di edifici e terreni che furono di proprietà di vari feudatari. Nel 1268 un atto di vendita vede l'affacciarsi, nella storia locale, della famiglia Della Rovere che diverrà padrona dell'intero territorio vinovese nel 1400. La nascita del Comune è datata 1458, quando il Duca Ludovico di Savoia concedeva alla Comunità Vinovese gli Statuti in difesa dei cittadini. Con la morte dell'ultimo discendente dei Della Rovere, nel 1692, il feudo vinovese fu ceduto ai Conti delle Lanze che governarono sino al 1732. In quell'anno il Cardinale Vittorio Amedeo delle Lanze cedette la città al Re che la diede, unita a Stupinigi, alla Commenda dell'Ordine Mauriziano. L'Ordine fu soppresso nel 1800 e molte terre furono vendute a privati, e solo dopo il 1815 ne venne ricostruito il patrimonio con Stupinigi e parte di Vinovo: il Castello, alcuni terreni, le cascine ed i boschi. Nel 1865 la frazione di Stupinigi venne definitivamente separata dalla città ed annessa a Nichelino. L'operosa alacrità della popolazione fece sì che nel 1775, parte del Castello venisse adibita a fabbrica per la lavorazione delle maioliche e delle porcellane, che dopo il 1780 attraversò un periodo d'oro sotto la direzione di Vittorio Amedeo Gioanetti. Alla fine dell'800 alla rinomata industria ceramica si affiancarono le fornaci e le filande, cosa che portò ad un progressivo aumento della popolazione, con conseguente espansione del paese, e alla necessaria costruzione di edifici pubblici come il Municipio, le scuole, l'asilo e la Casa del Cottolengo. Come segno di progresso e di acquisita importanza nel 1882, fu inaugurata una tramvia che univa la stazione di Porta Nuova di Torino a Vinovo. Nel 1941 il paese subì un bombardamento da parte degli aerei della RAF con feriti e case distrutte. La ricostruzione del dopoguerra ha portato all'insediamento di nuove industrie di legnami e metalmeccaniche e quindi occupazione. Tra il 1955 ed il 1970 accolse molte immigrati dalle altre regioni d’Italia e con un aumento significativo della popolazione passata dai circa 2500 abitanti del 1940 agli attuali 14000. Oggi Vinovo sta diventando sempre più vivibile, proiettata verso il futuro, senza dimenticare le sue radici storiche e le sue bellezze architettoniche come la seicentesca Chiesa di santa Croce detta dei Batù e il Castello della Rovere.

Lei è stato uno dei fondatori di una benemerita associazione denominata la “Famija Vinoveisa”. Ci può enunciare i motivi per cui l’associazione è nata? Ci racconti la storia della sua fondazione.

La Famija Vinoveisa è nata nel 1981 per volontà di un gruppo di volenterosi amanti della propria cittadina; il primo Presidente fu Andrea Fornengo. Gli scopi che si è sempre prefissata erano prettamente culturali e finalizzati alla tutela del patrimonio artistico e culturale. Poi da cosa nasce cosa e ci siamo dedicati alla Collettività vinovese a 360 ° intervenendo nel sociale e creando manifestazioni di ampio respiro anche a livello internazionale.

Questa associazione ha svolto parecchie attività culturali, conviviali e soprattutto sociali negli anni. Ci può parlare delle più interessanti, di quelle che le hanno dato le migliori soddisfazioni, di quelle che hanno coinvolto il maggior numero di persone e autorità? Ha qualche piccolo aneddoto riguardante l’Associazione che più le è rimasto impresso da svelare ai nostri curiosi lettori?

L’elenco delle attività che abbiamo svolto nel corso degli anni, e lo dico con malcelato orgoglio, è davvero molto lungo e va dalla creazione di un corpo di Majorettes all’istituzione del Premio “Bravo”, dalla pubblicazione di volumi storici sulla Chiesa di Santa Croce all’apertura della medesima restaurata dopo anni di degrado, fino alla realizzazione di numerose edizioni della “Festa delle Regioni” nella quale si sono incontrati rappresentanze culturali e teatrali di quasi tutte le regioni d’Italia. Poi uno dei nostri fiori all’occhiello è il “Concorso di Prosa e Poesia in Italiano e Piemontese” che è diventato internazionale ed è giunto alla XXX edizione. Non dimentichiamo l’annuale Mostra dei Presepi presso la Chiesta dei Batù che richiama presepisti da tutto il Piemonte e non solo  Abbiamo finanziato corsi di piemontese anche nelle scuole medie, di contabilità aziendale su PC, creato le maschere locali che sono la Bela Polaiera e il Cucaeuv ( la bella pollaia e il rubauova) che rappresentano la Storia delle vecchie tradizioni vinovesi e poi, parlando della nostra attività prettamente sociale, abbiamo donato strumentistica di soccorso ai Vigili del Fuoco, alla Croce Verde ed all’AVIS. Tutta la nostra attività si trova dettagliatamente illustrata sul sito
www.famijavinoveisa.it​

So che curate molto anche la comunicazione delle attività e degli eventi riguardanti il mondo associativo con una pubblicazione cartacea. Ce ne può parlare? Il pubblico dei nostri amici come può interagire con la vostra rivista?

Dal 1992 abbiamo il nostro organo ufficiale che non poteva chiamarsi che “IL VINOVESE “in cui parliamo non solo di Vinovo ma della Storia del Piemonte, delle sue bellezze, di aneddoti raccontati da persone che ci narrano un passato che vale la pena conoscere. Sul giornale abbiamo anche una rubrica di cucina della tradizione ed una appositamente dedicata alle attività delle Associazioni dei Piemontesi nel mondo con le quali abbiamo un rapporto costante. Tutti coloro che hanno una storia da raccontare che sia attinente al Piemonte o ad esperienze di vita condivisibili, possono indirizzarla alla Redazione del periodico che la valuterà con molta attenzione. I recapiti cui rivolgersi e i numeri del periodico si trovano sul sito.
La nostra rivista è l’organo ufficiale dell’omonima Casa Editrice (Hogwords di Cantalupa) ed i nostri lettori sono, di solito, molto interessati alle iniziative letterarie e culturali del territorio. Negli anni la “Famija Vinoveisa” è stata elemento trainante di molti eventi legati alla cultura del territorio piemontese. Ce ne può elencare e raccontare qualcuno?
Ho già fatto cenno al nostro “Concorso di Prosa e Poesia” ma devo aggiungere anche l’interscambio culturale con Gruppi Storici e Folcloristici che sono testimoni di Storia antica di cui non deve essere persa la memoria. Nel tempo abbiamo dedicato ampio spazio alle rappresentazioni teatrali con corsi di teatro dedicati ai ragazzi e poi la pubblicazione, dal 1986, dell’“Armanach della Famija Vinovèisa” che racconta, anno dopo anno, con immagini e didascalie adeguate la storia delle chiese, quella dei monumenti e quelle, interessanti, degli illustri abitanti della cittadina.

Naturalmente, in questi tempi molto duri, tutto quello che sta all’esterno delle nostre case sembra fermo, inchiodato. La socialità e gli eventi, ormai impediti dallo scoppio della pandemia, sembrano bloccati per sempre, come se fossero passati anni luce da tante belle iniziative passate assieme agli amici, alle autorità. Per esempio, ho ricordi personali molto belli di una premiazione del concorso letterario a cui ho assistito l’anno scorso, nei locali della Biblioteca del paese. Quali sono le iniziative e le attività che l’Associazione cerca e vuole portare avanti in questo difficile momento? E quali sono le sue personali reazioni, le sue paure, le speranze che sente nel cuore al passare dei giorni scuri e cupi che stiamo vivendo?

Personalmente non mi piace darmi per vinto davanti alle difficoltà e, come me i miei collaboratori. Così abbiamo rinviato al 2021 la premiazione del Concorso del quale stiamo correggendo gli elaborati, spediamo in tutto il mondo via mail il Periodico e non potendo realizzare la Mostra dei Presepi presso la Chiesa abbiamo ideato l’iniziativa “Il Presepe sotto il tetto” riservato ai bambini ed agli adulti di Vinovo. I partecipanti potranno mandare un filmato (massimo 30 secondi) o una fotografia del loro Presepe, entro il 20 dicembre prossimo direttamente alla email  presepi@famijavinoveisa.it specificando età, indirizzo e recapito telefonico. Sul sito ci saranno tutti i lavori dei partecipanti.
Tutto ciò è reso possibile dalla coesione delle persone che si occupano con passione di tutte le iniziative che vengono programmate, offrendo la loro disponibilità per portare avanti la condivisione del bene comune ed offrire alla Comunità Vinovese, ed a quelle vicine, occasioni per conoscersi e conoscere il territorio in cui vivono e le sue grandi bellezze. Credo che questo sia il segreto di quest’associazione che sono orgoglioso di presiedere dal 1982; sentirsi uniti, in famiglia con la voglia di stare insieme e di collaborare con la volontà di essere un tutt’uno. In questo momento molto duro tutto ciò è una grande risorsa che aiuta a vivere meglio e ti spinge a dedicarti agli altri.

Ringrazio il signor Dino Sibona per la cortesia e la disponibilità dimostrata nei confronti miei e dei nostri lettori. Ora tutti noi, passando per le strade che portano a quel luogo meraviglioso che è la Palazzina di caccia di Stupinigi, potremo dire di conoscere bene la storia di questo comune antico e di aver bene nella mente la tenacia e la forza di un bel gruppo di persone che, con lungimiranza e attaccamento, hanno mantenuto vive le tradizioni ed il nome del loro, bellissimo anche se un po’ nebbioso, paese.

Claudio Calzoni
rif  

https://lagazzettadihogwords.weebly.com/intervista-a-dino-sibona-della-famija-vinoveisa.html 

Ripristino Crocefisso sul tetto della Chiesa della Confraternita

Era martedì 27 giugno 2017 quando su Vinovo si è abbattuto un nubifragio con forti raffiche di vento e grandine di dimensioni eccezionali provocando notevoli danni sia all'agricoltura che agli edifici. Anche la chiesa della Confraternita di Santa Croce, meglio conosciuta come Chiesa dei Batù, è stata coinvolta dall’evento; dal campanile sono scivolati numerosi coppi che sono poi caduti sia sulla falda di copertura della chiesa sottostante che verso la strada pubblica ma a subire i danni maggiori è stata la Croce che era posta sulla sommità della facciata che è crollata. Il crollo è avvenuto verso il lato della copertura della chiesa anziché verso il marciapiede evitando che si procurassero danni più importanti e significativi. La Croce, di circa 190 x160 centimetri, era formata da un impasto di cemento con dei ferri di armatura all’interno, fissata ad un basamento di mattoni e cemento; il crollo è avvenuto per il cedimento dei ferri di armatura in corrispondenza dell’attacco con il basamento, insufficienti a resistere alle forze generate dalla pressione del vento sulla superficie della Croce. Alle estremità laterali della facciata sono presenti due pinnacoli piramidali portanti una stella ad otto punte, di identico materiale, che non hanno apparentemente 
subito danni. Purtroppo il manufatto crollato non era in condizioni tali da poter essere recuperato. La Confraternita ha subito espresso l’intenzione di provvedere alla ricollocazione di una nuova Croce e dopo alcune valutazioni sulla tipologia del nuovo manufatto, in accordo con la Soprintendenza di Torino, è stato previsto di ricostruire una Croce analoga a quel- la crollata a completamento della facciata secondo i canoni architet- tonici e liturgici. La struttura è stata studiata con apposito programma di calcolo verificando la resistenza al ribalta- mento e prevedendo anche accorgimenti per il fissaggio ed il sostegno più resistenti rispetto a quelli precedenti oltre ad un rinforzo del basamento con fibre di carbonio. Ottenuti i necessari permessi i lavori sono stati affidati alla ditta Fratelli Bottano di Villafranca Piemonte che ha realizzato la nuova Croce in calcestruzzo con getto in cassaforma sagomata rilevata da quella preesistente. La posa, con l’ausilio di un mezzo  elevatore, era stata programmata per il giorno 11 settembre affinché per la festività della Santa Croce (14 settembre) la facciata della chiesa fosse nuovamente ripristinata; purtroppo nel giorno stabilito il maltempo ha impedito di completare l’intervento che è così stato rimandato al 29 settembre. Oltre alla posa della croce è stata effettuata la pulizia e la disinfezione dai depositi biologici presenti sul basamento e sui pinnacoli laterali. Sulla Croce sono stati riportati i dati relativi all’anno di costruzione ed al suo collocamento. Il costo complessivo comprensivo delle pratiche amministrative e IVA è ammontato a euro 4.600. Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato fattivamente alla realizzazione dell’iniziativa ed anche l’Amministrazione comunale per la sua disponibilità.